
Il saluto nel Qi Gong è una pratica breve e semplice, ma svolta con attenzione, ci svela le dinamiche profonde che muovono l’Uomo, la Terra, il Cosmo.
È un rituale a tutti gli effetti, che può fare da cornice ad una pratica più lunga o può essere svolta una vera e propria pratica indipendente. Risveglia e collega i 6 punti principali sull’asse centrale verticale, partendo dal più pesante e basso/yin e fino ad arrivare al più leggero e alto/yang, passando per i punti intermedi, ognuno con le specifiche caratteristiche. L’atto di portare le mani al livello di questi punti, risveglia e mette in circolo la loro potente spinta energetica. Si conclude disegnando un cerchio con le braccia che scendono, per racchiudere l’essere umano all’interno delle energie del Cielo e della Terra.
Il saluto è la presa di consapevolezza del proprio “spazio sacro”, che ci connette profondamente con ogni cellula all’interno del nostro corpo e nello stesso tempo con l’ambiente esterno e con il gruppo dei praticanti.
I punti di comando sollecitati, possono essere immaginati come delle sfere magnetiche in stretta relazione tra loro, che raccolgono e catalizzano il nostro Qi con una forza, una sfumatura e un peso diverso per ognuna.
Partendo dal punto più basso troviamo
1) HUI YIN (letteralmente “riunione degli yin”) a livello del perineo, dal carattere estremamente yin, denso, solido, lento. Detto anche la sfera di piombo, questo punto è connesso con le zone più buie ed oscure del Cosmo ma è essenziale. Il suo ruolo è ancorare il Qi del nostro intero organismo.
2) Segue QI HAI (“mare del qi”) o sfera di pietra, la solidità che comincia a sognare l’espansione, situata a 3 dita circa sotto l’ombelico. In questa zona si concentrano le forze grezze e materiche, già richiamate dalla Terra, che cominciano a prepararsi per essere forgiate e utilizzate.
3) A metà percorso del corpo umano c’è ZHONG TING (“padiglione centrale”), a livello del torace, al centro del petto. La via di mezzo che sta tra l’alto e il basso, è il punto che mette in relazione le forze più pesanti a quelle più sottili. Zona di equilibrio e di incontro con il nostro asse orizzontale. Sfera di legno, che non deve essere mai né troppo secca, né troppo umida.
4) TIAN TU (“foro celeste”) è posizionato nella cavità centrale tra le clavicole e lo sterno. Qui il passaggio si fa sottile, ciò che sale deve essere elaborato e filtrato finemente per accedere ai distretti più alti. Questa è la sfera è di seta, collegata al potere del verbo, tanto impalpabile quanto concreto per le ripercussioni sostanziali che può arrecare nella realtà.
5) Tra le sopracciglia troviamo YIN TANG (“palazzo del mistero”). È la sfera di piume, piacevolmente leggera, veloce eppure spesso sfuggente, proprio come i nostri pensieri; il penultimo passaggio da attraversare prima di arrivare a
6) BAI HUI (riunione della moltitudine), che è situato nella parte più alta e centrale del cranio, in prossimità della fontanella, in contatto con l’energia del Cielo. Qui, la molteplicità delle forze energetiche precedentemente richiamate, si trasforma finalmente in unità. Siamo nel punto più yang del nostro corpo, dove tutto converge e viene sublimato. La sfera è diventata pura luce e la sua spinta ci può portare verso le più alte vette della spiritualità.