“Il lavoro su se stessi è un tuffo nelle profondità e nello stesso tempo una elevazione”
– A. Jodorowsky da Metagenealogia –
Ogni volta che mi accingo ad eseguire un trattamento Shiatsu entro in una nuova dimensione, varco fisicamente uno spazio sacro.
Prima di cominciare può capitare di sentirmi un po’ preoccupata, di pormi delle domande: riuscirò ad ottenere un buon risultato? Il mio ricevente si sentirà a suo agio? Sentirà fastidio? Dopo si sentirà meglio? Riuscirò a ottenere la giusta pressione con le mani?
Poi parto, mi lascio andare, mi concentro sul respiro, libero hara, cerco una connessione con l’altro e a questo punto succede: entro in una dimensione che non tutti sono abituati a visitare, anzi pochissimi, a volte oscura a volte più limpida, ma sempre ricca di segnali, dinamiche energetiche, mappe vive che si muovono nel corpo.

Dimentico se sotto le mie mani c’è una persona amica o una persona sconosciuta, una persona espansiva o una persona severa; le mie mani e le mie dita cominciano a scorrere, a captare, a dialogare con un organismo vitale e vibrante.
Dimentico di essere Fulvia ed è qui che comincia il mio lavoro, un lavoro molto particolare e interessante: divento operatrice Shiatsu. Non taumaturga nè guaritrice magica. Semplicemente una guida all’ ascolto, un aiuto nel dirigersi verso la reale presa di coscienza di quel che si è intimamente, verso il lavoro di Salute continuo che ognuno di noi dovrebbe intraprendere.
Questo avviene in modi simili anche con il Qigong. Ma nello Shiatsu c’è un elemento chiave distintivo: il contatto. Il ricevente si lascia trasportare con profonda fiducia al lavoro dell’operatore e non passivamente, sia chiaro, ma attivando una silente e ricettiva connessione reciproca. Per questo il momento dello Shiatsu è per me un momento di particolare sacralità in cui provo sempre un’ immensa gratitudine nei confronti di chi decide di continuare a donarmi fiducia e mostrarmi il suo essere, ognuno a suo modo.
Creo strategie di trattamenti sempre nuove per ogni persona, per ogni momento diverso, cercando di mantenere una giusta delicatezza e la massima equanimità possibile.
Ma rimango pur sempre umana come tutti. Non ho mai risposte, solo infinite ipotesi, pianifico progetti di percorso dettati più dalle intuizioni che dagli schemi mentali. Lo studio e le ricerche sui libri servono e non devono mai essere trascurati, ma senza un’affinata sensibilità non si piò praticare Shiatsu.
Nel mio lavoro non si procede mai per certezze, perché ognuno è fatto come è fatto e ognuno risponde agli stimoli energetici in maniera originale e inaspettata. Io stessa cambio e cresco sempre un po’ dopo ogni trattamento.
Di una cosa però sono sicura, che ogni ricevente dopo aver conosciuto lo Shiatsu sente che qualcosa sta cambiando dentro, qualcosa che si allinea inspiegabilmente, qualcosa che non si può descrivere a parole. Si viene a creare una sorta di spessore interiore che fa diventare passo passo più sicuri di sé, più solidi. Le sensazioni impalpabili, quei famosi movimenti del flusso energetico diventano chiari e tangibili. Ed emerge alla luce del sole una grande verità:
nello spazio sacro del proprio corpo non c’è posto per ciò che ci fa soffrire e ogni corpo desidera liberare quell’immensa gioia di vivere che è in ciascun essere umano.
Il corpo è un tempio personale ed è nostro dovere onorarlo quotidianamente.
Lo Shiatsu è una delle tante possibili strade per cominciare a farlo concretamente.
Enjoy your sacred body!
Un grazie di Cuore a tutti i miei riceventi!
Salute a tutti!